Da qualche settimana a questa parte, centinaia di migliaia di italiani sono stati messi a letto da varie infezioni respiratorie tra cui l’influenza. Come spesso accade, i più colpiti sono i bambini al di sotto dei quattro anni, con un’incidenza circa tre volte più alta rispetto alla media. Ma come ci si protegge dal contagio? È possibile prevenirla? Vediamolo insieme.
Che cos’è l’influenza?
Quando parliamo di influenza ci riferiamo a una malattia respiratoria stagionale causata da un virus ad alta contagiosità capace di mutare da una stagione all’altra. Il decorso della malattia si aggira intorno ai 5-10 giorni e tende a guarire spontaneamente anche se, in alcuni soggetti a rischio, è possibile causa di complicanze da tenere sotto stretta osservazione. Le complicanze più comuni riguardano le vie respiratorie alte e basse come bronchiti e polmoniti oppure il peggioramento di condizione mediche preesistenti specie negli anziani e nelle persone fragili.
L’influenza è una malattia infettiva che si trasmette da persona a persona attraverso la diffusione degli ormai famosi droplets (goccioline) che si propagano attraverso tosse, starnuti, ma anche semplicemente parlando; attraverso il contatto diretto con individui infetti; attraverso il contatto con oggetti contaminati sui quali il virus può resistere per lungo tempo.
I sintomi dell’influenza includono:
- febbre (alta e sopraggiunta improvvisamente)
- tosse, raffreddore e mal di gola
- mal di testa
- dolori muscolari e articolari
- astenia.
Nei bambini, molto spesso a questi sintomi se ne aggiungono altri riferiti al sistema gastrointestinale come nausea, vomito e diarrea.
Prevenzione e trattamento dell’influenza stagionale
Come per numerose patologie, la prevenzione è l’arma più potente che abbiamo per proteggerci dall’influenza stagionale.
La prevenzione parte da una serie di buone abitudini che è bene mettere in pratica, specie durante la stagione a maggior rischio di contagio come ad esempio: lavarsi le mani di frequente o in mancanza utilizzare un igienizzante a base alcolica, coprirsi bocca e naso quando si tossisce o starnutisce, evitare luoghi molto affollati, evitare di toccarsi il viso quando le mani non sono pulite, rimanere a casa in caso di sintomi, evitare di stare a stretto contatto con persone che presentano sintomi o utilizzare una mascherina per proteggersi, utilizzare la mascherina anche se si hanno sintomi e non è possibile restare a casa.
Un’ulteriore potente arma di contrasto alla diffusione dei virus influenzali è il vaccino che “lavora” stimolando la produzione di anticorpi specifici e riducendo in tal modo il rischio di ammalarsi o quantomeno di sviluppare sintomi severi. Il vaccino va ripetuto annualmente – specie per chi appartiene a una delle categorie a rischio – perché, come detto sopra, il virus muta e ogni anno si troverà disponibile la versione aggiornata. È bene sottolineare che, durante la stagione fredda, sono in circolazione numerosi virus para-influenzali o infezioni batteriche delle vie respiratorie nei confronti dei quali il vaccino non può avere efficacia.
La vaccinazione antinfluenzale si somministra in genere da inizio ottobre a fine dicembre ed è efficace da due settimane dopo l’iniezione fino a circa sei/otto mesi. Il vaccino è consigliato a tutti, a partire dai sei mesi di età, al netto di eventuali controindicazioni per le quali è sempre bene consultare il proprio medico di Medicina Generale. Le persone a maggior rischio di complicanze e per le quali dunque il vaccino è maggiormente consigliato sono:
- anziani (sopra i 65 anni di età)
- donne in gravidanza o in post partum
- persone con patologie a rischio di complicanze e i suoi familiari
- lungodegenti
- personale sanitario.
Se nonostante tutte le attenzioni del caso si è colpiti da influenza, il trattamento dell’infezione è semplice e consiste innanzitutto in un periodo di assoluto riposo e assenza da scuola o lavoro e in un costante reintegro dei liquidi persi con la sudorazione. I farmaci più adeguati a trattare il virus influenzale sono sostanzialmente degli anti sintomatici come gli analgesici (per trattare i dolori di testa e muscolo-articolari) e gli antipiretici (per abbassare la febbre). L’utilizzo di antibiotici è fortemente sconsigliato in quanto l’antibiotico agisce contro le infezioni di tipo batterico e in caso di virus può avere addirittura un effetto controproducente. L’assunzione di antibiotici dev’essere valutata con attenzione dal proprio medico di fiducia solo in caso di sovra infezioni di tipo batterico.
Quando rivolgersi al pneumologo?
In genere l’influenza può essere gestita dal paziente in autonomia con il supporto del proprio medico di Medicina Generale. In caso di patologie croniche preesistenti come asma o BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) è invece opportuno rivolgersi allo specialista in pneumologia che sarà in grado di eseguire una diagnosi differenziale, prevenire complicanze e gestire eventuali riacutizzazioni.
