Esami del sangue: tutto quello che c’è da sapere

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Attraverso un semplice prelievo venoso è possibile verificare lo stato di salute del nostro corpo e il corretto funzionamento degli organi che lo compongono. Parliamo degli esami del sangue, che rappresentano un importante strumento di prevenzione perché capaci di identificare, attraverso un semplice controllo di routine, patologie ancora allo stato embrionale.

Gli esami del sangue permettono infatti di individuare le sostanze che circolano nell’organismo e verificare, attraverso i valori di riferimento, la funzionalità degli organi.

A seconda delle esigenze del paziente il medico può prescrivere esami del sangue specifici, anche se alcuni sono ormai considerati di routine.

I principali esami del sangue

Ecco quali sono i principali esami del sangue e perché sono utili:

  • Emocromo. E’ l’esame più comune e può comprendere ematocrito (percentuale di globuli rossi sul totale del sangue), emoglobina (proteina presente nei globuli rossi, deputata al trasporto dell’ossigeno), globuli rossi e globuli bianchi (o leucociti). In un solo prelievo, dunque, l’esame consente di avere a disposizione molti parametri importanti.
  • Glicemia. La misurazione della glicemia permette di individuare i valori di glucosio (zucchero) nel sangue. La glicemia è un indicatore importante per diagnosticare il diabete. In presenza di sintomi o nei casi di familiarità con la malattia, infatti, si consiglia di sottoporsi annualmente all’esame. Il prelievo deve essere effettuato al mattino a digiuno e richiede digiuno nelle 12 ore precedenti.
  • Creatinina. Rappresenta un indice della funzionalità renale: l’esame della creatininemia è di aiuto per evidenziare disfunzioni renali.
  • Omocisteina. L’esame è utile per valutare la salute cardiovascolare: alti livelli di omocisteina possono costituire un rischio per il cuore.
  • Azotemia. Indica la concentrazione di urea nel sangue. L’urea è un prodotto di scarto del fegato che viene rilasciata nel sangue e in seguito filtrata dai reni. L’esame è utile per verificare la corretta funzionalità renale.
  • Sodio. E’ uno dei minerali più abbondanti nell’organismo, che regola il passaggio di fluidi e dei nutrienti all’interno e all’esterno delle cellule e partecipa alla trasmissione dell’impulso nervoso. Per questo è importante valutarne la corretta presenza nel sangue.
  • Potassio. Anche in questo caso si tratta di un minerale fondamentale per l’organismo: l’esame del potassio può fornire utili informazioni sulla funzionalità renale.
  • Calcio. Il calcio svolge un ruolo importante nella funzionalità cardiaca, nella coagulazione del sangue e nell’attività neuromuscolare.
  • Aspartato aminotransferasi (GOT-AST) L’aspartato aminotransferasi è un enzima presente in particolare nel fegato, nel cuore, nei muscoli, nel cervello e nei reni. Un danno cellulare a questi tessuti comporta un rilascio nel sangue di aspartato aminotransferasi. L’esame può rivelarsi utile per evidenziare un danno a carico del fegato.
  • Alanina aminotransferasi (GPT-ALT) Anche in questo caso l’esame può essere utile per valutare la funzionalità epatica e per osservare lo stato di salute del fegato ma può anche rivelare gli eventuali effetti tossici di alcune terapie farmacologiche.
  • Lattato deidrogenasi (LDH). E’ un enzima citoplasmatico che si trova nella maggior parte delle cellule dell’organismo e viene rilasciato nel sangue quando le cellule sono danneggiate o distrutte, per questo rappresenta un indicatore generale di danno tissutale e cellulare. Valori aumentati si possono riscontrare in caso di affezioni muscolo-scheletriche, malattie del fegato acute e croniche, danno ischemico miocardico, epatico, renale, polmonare e malattie neoplastiche maligne. L’esame va effettuato a digiuno da almeno 8 ore.
  • Creatinfosfochinasi (CPK). Si tratta di un enzima presente soprattutto nel tessuto muscolo-scheletrico e nel muscolo cardiaco. La presenza di un elevato valore di creatinfosfochinasi può ricondursi a un decorso postoperatorio ma anche ad affaticamento muscolare, malattie muscolari rare o infarto del miocardio. Anche in questo caso l’esame va effettuato a digiuno da almeno 8 ore.
  • Gamma GlutamilTranspeptidasi (GGT). E’ un enzima presente in particolare nel fegato, nel pancreas, nella prostata e anche, a livelli bassi, nel sangue. Questo test può essere utile per verificare la funzionalità epatica: un aumento di GGT può infatti indicare un danno a carico del fegato.
  • Amilasi. Il dosaggio delle amilasi plasmatiche è un esame utilizzato per la diagnosi di pancreatite acuta. L’esame va effettuato a digiuno.
  • Trigliceridi. Sono grassi presenti nel sangue. Alti valori di trigliceridi rappresentano un fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari: possono infatti favorire l’insorgenza di aterosclerosi, infarto cardiaco e ictus. Per avere un valore attendibile, è bene mantenere il digiuno nelle 12 ore precedenti al prelievo e assumere un pasto leggero la sera prima.
  • Colesterolo totale e Colesterolo HDL. In parte prodotto dall’organismo, e in parte introdotto con l’alimentazione, il colesterolo in quantità fisiologiche è coinvolto in diversi processi fondamentali per il funzionamento dell’organismo, ma un suo eccesso rappresenta uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiache.
  • Bilirubina. La bilirubina è una componente della bile, prodotta dalla degradazione dell’emoglobina in seguito alla distruzione dei globuli rossi. La bilirubina è un indicatore dello stato di salute del fegato e può essere utile per valutare l’eventuale presenza di ostruzione delle vie biliari, epatiti, cirrosi, ittero.
  • Ferro. Il ferro è un microelemento importante per l’organismo; l’esame può essere utile per scongiurare un’eventuale anemia. Il prelievo va eseguito al mattino, a digiuno.
  • Acido urico. L’acido urico è il prodotto finale del metabolismo delle proteine, è prodotto dalla scissione delle purine (le molecole costituenti DNA e RNA) e viene scartato per via renale. Un aumento di acido urico nel sangue deriva da uno squilibrio tra la sua produzione e il suo scarto. I livelli alterati possono evidenziare diverse condizioni come gotta, disfunzioni renali o anche tumori a carico del sangue.
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